La visita di Papa Francesco al Campidoglio: annuncia una porta santa in carcere ed invita Roma a essere città aperta e accogliente per tutti.
Papa Francesco si è recato questa mattina in Campidoglio, visitando per la seconda volta l’amministrazione comunale di Roma dopo la prima visita nel 2019.
Come Vescovo di Roma, il Papa ha colto l’occasione per parlare dell’imminente Giubileo del 2025 e per ribadire l’importanza di un’accoglienza inclusiva e della carità verso gli ultimi e le periferie.
Nell’aula storica di Giulio Cesare, Bergoglio ha annunciato: “Aprirò una porta santa in carcere“, un gesto simbolico per sottolineare l’attenzione della Chiesa verso i più emarginati.
L’accoglienza a Roma per Papa Francesco: le sue parole
Papa Francesco, come riportato da Leggo.it, è stato accolto dai squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano e ha condiviso un momento speciale con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Durante il suo discorso, il Pontefice ha ribadito la vocazione di Roma come città aperta e accogliente: “Al servizio della carità, al servizio dell’accoglienza e dell’ospitalità. Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito“.
Inoltre, ha racconto che preferisce visitare le parrocchie in periferia. La causa? “È molto facile essere vicino al centro, io sono al centro, ma andare a visitare le periferie è la presenza del vescovo lì“.
Le parole del sindaco Gualtieri
Il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha accolto con calore Papa Francesco, sottolineando l’importanza del Giubileo per la città.
“Roma è unica“, ha dichiarato il Papa durante il suo discorso, mentre Gualtieri ha espresso la sua fiducia nel fatto che il Giubileo migliorerà la città.
Il sindaco ha dichiarato: “La dimensione universale di Roma rappresenta una straordinaria ricchezza per la città, poiché ci stimola a un confronto globale sulle migliori soluzioni per garantire un futuro prospero e sereno alle nuove generazioni“.